Nel tempo di un’intervista: Davide Passoni tra poesia e fumetto

Davide Passoni dal mondo del poetry slam approda a quello del fumetto con una “graphic poetry odyssey”: Nel tempo di uno spazio, che ora si può recuperare anche dopo il crowdfunding

La poesia è più simile al fumetto di quanto possiamo essere abituati a pensare, e anche Umberto Eco la pensava così. Per questo, quando abbiamo scovato su Kickstarter il progetto di Davide Passoni, ci ha subito incuriosito il modo in cui si è approcciato alla poesia-fumetto e abbiamo voluto saperne di più!


Ciao Davide, benvenuto nel blog del Mecenate Povero.
Abbiamo visto la
campagna crowdfunding per il tuo fumetto poetico e ci hai subito incuriosito. Questo è il tuo primo fumetto? Da dove nasce l’idea di quest’opera?

Se escludiamo i fumetti demenziali che disegnavo per il giornalino studentesco durante il primo anno di liceo, sì. È il primo. Anche se non so se si può definire fumetto. L’impostazione grafica è senza balloon, si può dire fumetto? Diciamo graphic novel? Ritratto la mia risposta e dico no. Non è il primo. Il primo fumetto che ho realizzato è quello sul congelatore della mensa del liceo, capace di rendere i gelati confezionati duri come il marmo. Nelle vignette un bidimensionale me, strofinando la Coppa del Nonno per acclimatarla e renderla mangiabile, si trova davanti a una sorta di genio della lampada, ma nel caso specifico, un vecchio pazzo con la bombola d’ossigeno e il deambulatore. Il nonno della Coppa. Fu un grande successo. La Coppa del Nonno. Il fumetto lo conoscevano tutti quanti, al liceo. Ho sempre avuto talento per le arti grafiche.

L’idea di realizzare un fumetto che racchiudesse i miei testi mi è venuta nel 2014 quando Maicol&Mirco realizzò il video di Gatta ci cova, canzone del mio progetto rap Eell Shous, scritta con Tenpo e Alessio Luise. L’idea è rimasta però ferma per alcuni anni. Ora invece ci sto lavorando: la pandemia di Covid-19 lo ha messo in pausa perché non era possibile incontrarmi con il disegnatore, Giorgio Brambilla, e ho deciso di mettermi in gioco e fare qualcosa da solo. Così è nato Nel tempo di uno spazio. Altre curiosità le racconto nella sezione dedicata a fine volume, quindi faccio la pessima mossa markettara di dire: “Per saperne di più devi acquistare il libro”, ma forse è estremamente anni ‘90 come cosa.

Sei un lettore di fumetti? Ci sono dei fumetti che ti piacciono particolarmente? Qualche titolo ti ha ispirato nel realizzare il tuo progetto?

Sì, sono un lettore di fumetti e graphic novel. In modo particolare nell’ultimo anno mi sono messo a leggere e studiare quanti più volumi possibili, per avere un’idea più ampia delle possibilità messe su carta da altri autori. Sono un fan di Spawn, anche se poi intorno al numero 120 circa lo ho abbandonato. Mi sto leggendo tutto Deadpool, cercando di recuperare tutti i fuori catalogo possibili. I miei titoli preferiti sono Moonhead and the Music Machine [di Andrew Rae, inedito in Italia], Murder Falcon [di Daniel Warren Johnson e Mike Spicer, pubblicato in Italia da Saldapress], GrizzlyShark [di Ryan Ottley e Ivan Plascencia, pubblicato in Italia da Saldapress] (fenomenale), Harrow County [di Cullen Bunn e Tyler Crook, pubblicato in Italia da Renoir Comics], Kill or be killed [di Ed Brubaker e Sean Phillips, pubblicato in Italia da Mondadori] (spero che escano in fretta gli ultimi due volumi) e Joe Shuster [di Julian Voloj e Thomas Campi, pubblicato in Italia da Bao Publishing]. Imbattibile, il solo vero supereroe del fumetto l’ho appena acquistato e divorato, lo aspettavo da dicembre: esistono poche cose così potenti, come Sheakespeariana di Gianni de Luca. Per il mio libro mi sono lasciato ispirare da Bezimena [di Nina Bunjevac, pubblicato in Italia da Rizzoli Lizard] e da Poema a fumetti [di Dino Buzzati, pubblicato da Mondadori].

L’aspetto che più ci incuriosisce di questo fumetto è l’unione di poesia e fumetto. Noi già conosciamo i tuoi eventi di Poetry Slam e l’energia che metti sul palco durante gli spettacoli e ci chiedevamo com’è stato portare il mondo della poesia in un fumetto.

È stato difficile. Inizialmente volevo solo illustrare didascalicamente quello che avevo scritto nelle poesie. Su consiglio di Alone, un amico illustratore con cui ho già in cantiere un altro progetto, ho eliminato questa prima idea. Ho pensato a come dare più forza alle parole, come trasportare il lettore altrove. Allora ho preso come punto di riferimento Non andartene docile in quella buona notte di Dylan Thomas, recitata nel film Interstellar nel momento in cui la nave spaziale vaga tra le stelle: la poesia di Thomas non ha nulla a che vedere con lo spazio e la fantascienza, eppure in quella scena è perfetta. La conosco a memoria perché con Alessio Pamovio, abilissimo compositore e pianista jazz, ho scritto uno spettacolo sulla poesia nel cinema, riadattando le poesie citate nei film alle colonne sonore. Scusate, ho deviato il discorso: Interstellar, Dylan Thomas.

Ho deciso di scrivere, o riadattare poesie già scritte, a una linea narrativa raccontata dalle immagini. Ho immaginato un film, l’ho disegnato, e ci ho messo accanto delle poesie. Mi sono accorto di aver realizzato così due linee narrative distinte, poesia e immagine, che corrono insieme, come due rette parallele, ma secanti nello stesso tempo. 

La poesia viene considerata da sempre una forma letteraria “colta”, invece il fumetto in molti ambienti viene visto ancora come una cosa “per bambini”. Questi due mondi però hanno molto in comune e per alcuni l’espressione artistica più vicina al fumetto è proprio la poesia; anche tu la pensi così?

Io sono un appassionato di cinema, di fumetti, di musica. Ho pubblicato 2 album di musica elettronica e 3 di rap sperimentale per Irma Records. Ho lavorato come Assistente Bagnanti e ho scritto un libro su questa mia esperienza decennale. Ho fatto radio web e il fonico nei centri di aggregazione giovanile con gli adolescenti. Lavoro come grafico. Mi è capitato di vincere dei premi come videomaker. Per me non esiste distinzione  e compartimentazione tra le varie discipline dell’arte, e credo che non si possano fare classifiche. Certo un film è più costoso di un fumetto, ma non è detto che ci si metta più tempo, o che abbia più valore per questo. Ogni buona idea ha il diritto di essere sviluppata in tutti i modi possibili.

nel tempo di uno spazio

Tornando al tuo fumetto, anche il titolo Nel tempo di uno spazio nasconde riferimenti al fumetto e alla poesia, è corretto? Come sei arrivato a questo titolo?

Giustissimo. Per me la definizione più sensata di poesia è racchiusa nel film Urlo, dedicato alla vicenda giudiziaria dell’omonimo poema di Allen Ginsberg: La poesia è l’articolazione ritmica dei sentimenti. Non sono mai riuscito a capire se sia una frase detta da Ginsberg, ma credo sia la definizione perfetta. Il ritmo è l’alternanza di pieni e di vuoti nello scorrere del tempo. La quarantena ci ha catapultati tutti in uno spazio vuoto: in musica ogni “spazio vuoto”, ogni pausa, ha valore e concorre a creare il ritmo. Lo spazio tra una vignetta e l’altra dei fumetti ha un valore temporale, dove succede qualcosa che non viene raccontato, lo si immagina. Anche qui, ritmo. Mi sembra tutto correlato. Il primo capitolo che ho disegnato è stato quello centrale, con l’astronauta nello spazio. La poesia parla del tempo che perde consistenza. Mi sembrava il titolo più adatto.

Cosa ci dobbiamo aspettare invece dalle tavole all’interno?

Immaginatevi uno storyboard. Non sono tavole complesse. Ho cercato la semplicità a tutti i costi. Potrebbe essere come guardare delle diapositive. O un film fatto con le diapositive. Ho usato matita, gomma, tratto nero, scansione, colore a tinte piatte con Photoshop. Addirittura i primi due capitoli sono le bozze fatte con l’iPad in digitale dei disegni che avrei dovuto poi rifare a matita, gomma, tratto nero, scansione, colore a tinte piatte con Photoshop. Dopo averle abbozzate non sono più riuscito a replicarne la naturalezza, e ho tenuto quelle digitali. Solo in uno dei capitoli extra ho realizzato tavole più complesse, in bianco e nero, con un grado di dettaglio maggiore.

Hai dovuto affrontare delle difficoltà particolari in corso d’opera?

Sì, preparare tutti i riquadri a mano prima di disegnare. Senza righello. Perché mi voglio male. Dopo aver disegnato i riquadri dei primi cinque capitoli, ho iniziato a riutilizzarli. Odio disegnare i riquadri, soprattutto nel momento in cui ho in testa un modo per sviluppare un’idea improvvisa, e non ne ho di pronti: rallentano il processo creativo! Riquadri maledetti!

Il tuo progetto è ricco di sfide: il fumetto sarà a colori, in due lingue e completato da una traccia audio e un cortometraggio animato… perché ti vuoi del male? Scherzi a parte è un bellissimo slancio ma molto complesso; raccontaci un po’…

Come ho detto poco fa, non mi piace ragionare per singole discipline. Per me ogni idea può svilupparsi in tutte le direzioni. Io lavoro così: dove non riesco, attivo collaborazioni. Le traduzioni le ha preparate Sir & the Ivanoe, chitarrista diplomato a Londra con cui mi esibisco sul palco. Alessio Pamovio, citato prima, sta componendo la colonna sonora della traccia audio. Mattia Centemero curerà la parte di animazione: non sarà un vero e proprio cartone animato, sarà una sorta di video-poesia, con elementi in movimento, il più psichedelici possibile, spero.

C’è altro che vuoi aggiungere/ci siamo dimenticati qualcosa?

Beh, la prefazione me l’ha scritta Topazio Perlini, conosciuto anche come Ruben Camillas, de I Camillas. Per una serie inaspettata di coincidenze si è ritrovato a ricevere su whatsapp i file pdf del libro, capitolo dopo capitolo, giorno dopo giorno. Gli è piaciuto. In questi giorni è uscito anche l’ultimo libro dei Camillas, La storia della musica del futuro. Se fossi in voi non me lo farei sfuggire, così per alternare un po’ di prosa e un po’ di poesia. Ah, dimenticavo, saluto Michela che mi ha sopportato a casa nel mio delirio creativo, Paolo Agrati e Ciccio Rigoli perché da contratto tra amici devo salutarli sempre.

Il Mecenate Povero ha sostenuto Nel tempo di uno spazio e ora fa parte della collezione!

Se il progetto ha incuriosito anche voi, potete dare un’occhiata alla campagna su Kickstarter e sostenere il progetto sul sito di Davide Passoni.